L'alba dentro l'imbrunire...un racconto attraverso le parole e le fotografie di chi ha lavorato e vissuto al fianco del Maestro Siciliano...

 



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“TROVARE L’ALBA DENTRO L’IMBRUNIRE” – FRANCO BATTIATO (INTERPRETAZIONE)

 29 Dicembre 2021 1.451 lettori

“…e il mio maestro mi insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire”

Un verso poetico intriso di esoterismo, così mi piace definire questo passaggio contenuto nel brano “Prospettiva Nevski”, scritto e composto dall’immenso Franco Battiato e pubblicato per la prima volta nel 1980, con album “Patriots”. Un testo fortemente evocativo che omaggia La prospettiva Nevskij (o Nevskij prospekt), la via principale che si estende per 5km e attraversa per intero la citta russa di San Pietroburgo. A dimostrazione di come l’arte possa risaltare non solo la bellezza di un luogo, ma anche la sua spiritualità.

Trovare l’alba dentro l’imbrunire”… le immagini scelte da Battiato sono due ossimori della natura: da una parte abbiamo l’alba che rappresenta un nuovo inizio, portatrice di luce, e dall’altra l’imbrunire, portatore di oscurità, una nuova fine. Ad un primo impatto la frase evoca un senso di contrasto, di distanza, mentre lo scopo dell’artista siciliano è proprio quello di creare un continuum fra ciò che finisce e ciò che inizia.

Una simile riproposizione è stata fatta sempre da Battiato nel suo film documentario “Attraversando il Bardo”, con una scena iniziale piuttosto emblematica: la Morte, rappresentata da una Signora vestita di nero, e la Vita, idealizzata con la figura di Arlecchino, danzano insieme tenendosi per mano. Il significato di questa scena e del documentario l’ho snocciolato in un passaggio del mio libro “La cattiva abitudine di essere infelici” e ho il piacere di riproporvelo qui di seguito:

“Attraverso una serie di testimonianze attinte a culture diverse, Battiato ci ricorda che per le grandi tradizioni religiose, Cristianesimo compreso, la morte non rappresenta la fine della vita ma una sua trasformazione, un importante momento di passaggio, la transizione a una nuova dimensione. Non più nemica da tenere lontana ma sorella da abbracciare, amica preziosa e silente che conduce a nuove prospettive. La morte, dunque, non solo come elemento ineluttabile, ma come opportunità irripetibile di avvicinarsi al nocciolo dell’esistenza.”

Ecco il continuum di cui parlavo prima, vita e morte non si respingono come molti credono, non sono due elementi opposti dell’esistenza, ma sono in armonia fra loro, due aspetti che si susseguono, costantemente, da sempre e per sempre, in quell’eterna alternanza che è il ritmo della vita. Seppur difficile, si può trovare la vita nella morte, la luce nell’oscurità e, per dirlo con le parole di Battiato, si può trovare l’alba dentro l’imbrunire. L’alba della Resurrezione.

Questo insegnamento vale per tanti aspetti della nostra vita quotidiana. Trovare l’alba dentro l’imbrunire è un processo di introspezione, direi alchemico, ecco perché il maestro menzionato da Battiato (si riferiva a Gurdjieff?) gli insegna “la difficoltà” che si nasconde in questo processo. Poiché è una sfida. Un invito a tuffarsi nella profondità del proprio essere, per vedere oltre il visibile andando alla ricerca dell’invisibile, di ciò che non si vede ma che esiste e che un giorno si materializzerà. Proprio come l’alba, che è contenuta nell’imbrunire, come la pianta che è già racchiusa nel seme.

Abbiamo una fottuta paura di perdere tutto ciò che è visibile, tutto ciò che conosciamo: quello che possediamo, le nostre aspirazioni, i ricordi, le nostre ambizioni, il corpo, i nostri cari. Eppure, se ci pensate, noi “moriamo” tutte le sere, quando andiamo a dormire. In quel frangente non abbiamo paura di addormentarci, non abbiamo paura di questa “piccola morte”, rinunciamo a tutto e ci immergiamo nel sonno, in ciò che è invisibile.

E a rigenerarci non è il fatto di esserci sdraiati. Eh no! Altrimenti provate a restare sei/otto/dieci ore sdraiati sul letto senza tuffarvi nel sonno. Altro che riposo, diventa un incubo! A dimostrazione che la morte come perdita di sensi è equivalente a ciò che accade quando ci addormentiamo, anche in quel momento rinunciamo a tutto pur di avere la possibilità di “morire” per una notte. Addormentarci non ci fa paura perché sappiamo di risvegliarci l’indomani. E se lo stesso principio lo si adottasse anche per la morte? Se fosse vista come un’immersione rigenerante dalla quale passare a nuova vita?

Ecco che trovare l’alba dentro l’imbrunire diventa un invito a non avere paura di oltrepassare le soglie che si presentano nella propria vita, a osare, a vivere ogni esperienza come un’onda nello sconfinato oceano della nostra esistenza. A proposito, guardate le onde: cambiano di momento in momento eppure sono fatte della stessa sostanza, della stessa acqua. L’acqua non cambia mai. Ecco il nostro problema! Noi osserviamo soltanto le onde, non guardiamo mai l’acqua che dà forma. Se lo facessimo, ci accorgeremmo che ogni istante della vita altro non è che un’occasione per scorgere l’acqua che non cambia mai. Prima di un’onda, dopo di un’onda, è la stessa acqua. Allo stesso modo trovare l’alba dentro l’imbrunire vuol dire scoprire la Presenza che gioca a nascondersi fra le nostre vite; in apparenza tutte diverse, ma intrise della stessa sorgente vitale.  

(dedicato a mio Nonno,
alla sua nuova alba
)

Tragicomico

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